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Il Nebbiolo delle Alpi

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Visita alla cantina vitivinicola Dirupi

6 Ottobre 2024
In questo periodo, quando l’hotel è chiuso, approfittiamo per approfondire la conoscenza dei nostri fornitori. Bastano 30 minuti di viaggio per trovarci in un ambiente completamente diverso. Dalla foresta di conifere di Bormio a 1200 metri, scendiamo fino a dove ora crescono anche gli ulivi! Stefano, un filosofo di Sondrio e appassionato di viticoltura fin dai tempi universitari, è la nostra guida. Siamo fortunate: la vendemmia inizia proprio in questi giorni e intorno a noi c’è un via vai di persone impegnate nella raccolta.

Partiamo dalle basi. Cosa rende i vini della Valtellina e il Nebbiolo così speciali?

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Diversi fattori contribuiscono all’unicità del Nebbiolo. Il Nebbiolo in Valtellina può essere considerato un’uva autoctona, frutto di un lungo isolamento geografico e di un adattamento secolare alle montagne. È un vitigno raro che cresce solo qui e in Piemonte, con alcune esportazioni in Australia e California. In secondo luogo, il clima è particolarmente favorevole. La Valtellina si estende in direzione est-ovest e il versante retico offre un’esposizione ideale per l’irraggiamento solare. La valle è protetta dai freddi venti del nord grazie alle cime del versante retico, che in alcuni punti raggiungono i 4000 metri. La vicinanza al lago di Como crea un microclima caratterizzato da temperature costanti e dal vento regolare, chiamato breva. I terreni sono poveri e sono stati strappati alla montagna nel corso dei secoli, grazie alla costruzione di muretti a secco che caratterizzano il paesaggio valtellinese e sono ora considerati patrimonio immateriale dell’umanità. Coltivare qui significa affrontare la sfida di un lavoro quasi esclusivamente manuale. I viticoltori si arrampicano su angusti terrazzamenti collegati da scalette in pietra, senza la possibilità di utilizzare trattori o macchinari pesanti.

Dove ci troviamo ora?

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Siamo nella vigna Dossi Salati, nella zona del Grumello. Come sapete, seguiamo pratiche biologiche nella gestione delle nostre vigne. È una sfida all’interno di un territorio così aspro. Ad esempio, tagliamo l’erba invece di usare diserbanti e abbiamo installato dissuasori meccanici per i bruchi alla base di ogni tronco. Potrete vedere piante di diverse età; quelle più vecchie, con radici profonde, sono le più resilienti e resistono meglio allo stress delle condizioni climatiche estreme, producendo uva di ottima qualità, anche se in quantità inferiori rispetto alle piante più giovani. La disposizione dei filari, immutata nel tempo, non è casuale: i viticoltori antichi avevano notato che filari perpendicolari alla valle permettevano al vento di passare meglio tra le viti e, anche durante le ore più calde, il sole non bruciava le piante.

Cosa significa e cosa differenzia Grumello, Inferno e Sassella?

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Questi nomi rappresentano le sottozone di produzione del Valtellina Superiore DOCG (quasi esclusivamente Nebbiolo) e danno il nome ai vini più famosi della zona. Credo sia giunto il momento di superare la vecchia tradizione che cercava di identificare caratteristiche uniche per ogni zona. A mio avviso, ciò che contraddistingue le diverse produzioni è l’altitudine e la continua variazione della composizione del terreno, anche da un piccolo appezzamento all’altro. Le vigne della Dirupi sono piccoli terreni sparsi in tutte le zone, con altitudini che variano dai 300 agli 850 metri sul livello del mare. Le prime uve che raccogliamo sono quelle destinate al nostro Sforzato, provenienti dalle zone più elevate. Grazie all’inversione termica e all’irraggiamento, queste uve raggiungono sempre la piena maturazione. Il clima più secco e la buccia più spessa caratterizzano queste uve, la cui acidità, più accentuata rispetto a quelle del fondo valle, è bilanciata dall’appassimento e dal lungo processo di maturazione. Poi iniziamo a raccogliere le uve dal fondo valle, risalendo progressivamente. Con i grappoli di questa zona, caratterizzati da buccia più sottile e frutto più succoso, produciamo vini freschi e giovani, come il rosso di Valtellina Olè.

Dove si trova la vostra Cantina?

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Nel 2004, due amici ed enologi, “Birba e Davide”, freschi di studi e pieni di entusiasmo, hanno chiesto e ottenuto dal comune di Ponte in Valtellina l’affitto di un monastero del 1568. È qui che l’uva viene conferita e avrà il tempo di fermentare e maturare tra le spesse mura di pietra. Dopo 20 anni di sfide, ora produciamo 8 diverse etichette. I nomi dei vini cercano di aderire il più possibile al nome originale della zona di produzione, anche se a volte abbiamo scoperto che non sono esattamente corretti. L’appezzamento dove produciamo Gess (gesso in dialetto) si trova in una zona con roccia bianca; tuttavia, non si tratta di gesso, ma di granito.


Un’ultima curiosità legata ai nomi dei vostri vini! Perché il vostro Sforzato si chiama Vino Sbagliato?

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Sapete come si produce lo Sforzato, vero? Il disciplinare è molto rigido sia riguardo alle zone di coltivazione, sia riguardo al processo di produzione. I grappoli migliori di Nebbiolo vengono posti nei tradizionali fruttai, dove inizia la lenta fase di appassimento, una disidratazione naturale delle uve che deve protrarsi fino almeno all’inizio di dicembre. Dal 1° dicembre, le uve possono essere pressate e fatte fermentare in acciaio, con una macerazione di 20 giorni. Matura poi per 12 mesi in barrique e altri 12 mesi in bottiglia. È ottimo da bere subito, ma può essere conservato in cantina anche per 10 anni. Il Sbagliato Sforzato di Valtellina DOCG di Dirupi è nato dopo diversi anni di tentativi, ecco il motivo del nome.

Dirupi. Stone walls. Nebbiolo.


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